Guido di
Guinizello di Magnano, più noto come Guido
Guinizelli[1][2][3]
ma da alcuni citato come Guido Guinizzelli[4]
(Bologna, 1235 - Monselice, 1276), è stato un poeta e giudice italiano. Poeta di
grande novità rispetto alla precedente Scuola
siciliana e a quella toscana[5],
è considerato l'iniziatore e l'inventore del Dolce
stil novo, la corrente letteraria italiana del XIII
secolo di cui la sua canzone Al cor gentil rempaira sempre
amore è considerata il manifesto ufficiale.
Anche se la sua
biografia mantiene zone d'ombra, Guinizelli occupa un posto di rilievo nella
storia della letteratura italiana; la sua produzione lirica fu molto apprezzata
dai contemporanei e dallo stesso Dante
Alighieri, che non esitò a dichiararlo, con ammirazione e commozione, padre
suo e quindi maestro, nel canto XXVI del Purgatorio. È anche noto come
giullare, che faceva divertire gli ammalati donandogli un po' di sorriso e
affetto.
Vita
Guido Guinizelli
nacque a Bologna
tra il 1230 e il 1240, precisamente nel 1235 se è corretta - come ormai si
ritiene - l'identità storica di Guido di Guinizello di Magnano, giurisperito[6],
politico e ghibellino:
le informazioni biografiche riguardo al poeta sono quasi inesistenti. Secondo
questa identità storica, Guido sarebbe figlio di Guinizello di Magnano e di un'esponente
della famiglia ghibellina dei Ghisilieri, ideologia politica che lo vorrà anche
partecipe alla politica cittadina.
Si è certi che,
sempre nel 1265 o poco tempo dopo, Guido inviò un sonetto a Guittone d'Arezzo, chiamandolo padre
("O caro padre meo, de vostra laude"; la differenza tra le poetiche
dei due lascia però il dubbio che la dedica sia in realtà un velato attacco).
Negli anni a seguire, nel periodo compreso tra il 1266 e il 1270, esercitò la
professione di giurisperito[7]
Terminata la carriera di giudice, viene nominato podestà, o magistrato a carico di Castelfranco Emilia.
Nel 1274, viene esiliato a
Monselice,
Padova, insieme
alla sua famiglia a causa della sconfitta dei ghibellini ai quali si era
legato, in particolar modo alla sconfitta della famiglia Lambertazzi,
sopraffatta dalla fazione guelfa dei Geremei. A Monselice si reca anche con la moglie, Bice della Fratta, e
con suo figlio, Guiduccio Guinizelli.
La data di morte è ancora incerta: risale però al
14 novembre 1276 un documento notarile che affida alla moglie di
Guido la tutela del figlio minorenne. Con tutta probabilità, infatti, Guido
Guinizelli morì in quello stesso anno, il 1276[7].
Opere
La sua opera più importante è Il canzoniere, si compone di 15 sonetti e 5 canzoni anche se,
secondo l'edizione di Luigi Di Benedetto,[8] alcuni di paternità incerta: il poeta è attivo
tra il 1265 e il 1276, ma non si ha ancora una cronologia completa e affidabile delle sue opere.
L'incertezza sulla cronologia delle opere infatti non permette una divisione
accurata del percorso poetico dell'autore: con ogni probabilità si può definire
una distinzione tra la prima giovinezza del poeta, di stampo guittoniano, e una seconda fase, che anticipa lo stilnovismo[7].
Rientrano nel primo periodo i sonetti, in settenari, Gentil donzella, di pregio nomata; Lamentomi
di mia disaventura; Sì sono angostioso e pien di doglia; Madonna
mia, quel dì ch'Amor consente e i componimenti Pur a pensar mi par gran
meraviglia e Fra l'altre pene maggio credo sia.
Al secondo periodo, quello che si può definire
come prestilnovista, appartengono le canzoni (in endecasillabi e settenari), i diversi sonetti il cui tema centrale è la lode
dell'amata, quelli che anticipano le tematiche svolte in seguito da Guido Cavalcanti e quelli impostati sulla poesia comico-realista.
·
Opere salienti
Di seguito viene riportato un elenco delle opere
più importanti scritte dal Guinizzelli:
- Lo vostro bel
saluto e 'l gentil sguardo;
- Io voglio del ver la mia donna laudare;
- Lamentomi di
mia disavventura;
- Madonna mia,
quel dì ch'Amor consente;
- Tegno de
folle 'mpres', a lo ver dire;
- Al cor gentil rempaira sempre
amore;
- Fra l'altre
pene maggio credo sia;
- Chi vedesse a
Lucia un var capuzzo;
- Volvol te
levi, vecchia rabbïosa;
- Voi, ch'avete mutata la maniera (rivolta da Bonagiunta Orbicciani a
Guinizzelli);
- Omo ch'è
saggio non corre leggero (in risposta a Bonagiunta Orbicciani);
- Conoscer sé,
a voler esser grande.
La poética
Lo stesso argomento
in dettaglio: Dolce
stil novo
«quand'io odo
nomar sé stesso il padre
mio e de li altri miei miglior che mai
rime d'amor usar dolci e leggiadre;» (Dante Alighieri, Purgatorio XXVI 97-99)
«La poesia di
Guido ha il difetto della sua qualità: la profondità diviene sottigliezza, e
l'immaginazione diviene retorica, quando vuole esprimere sentimenti che non
prova.» (Francesco
De Sanctis
- Storia della
letteratura italiana)
Senza dubbio il
ruolo culturale di Guinizelli è quello di mediatore fra due sensibilità
letterarie diverse. Un'altra caratteristica che spicca nella poesia guinizzelliana,
e che sarà poi tipica dello Stilnovismo, è il gusto per il sottile ragionamento
filosofico, nutrito della cultura della Scolastica: non per nulla Guinizelli è
di Bologna. La poesia di Guinizelli
costituisce infine un esempio perfetto di stile «dolce e leggiadro», cioè di
uno stile limpido e piano in contrapposizione alla contorta e artificiosa
oscurità guittoniana.
Note
1.
^ La Personalità
Storica DI Guido Guinizelli (Studi e Ricerche) Archiviato il 30 maggio
2.
^ Guido Guinizelli e
la sua riforma poetica (Open Library)
3.
^ [Pietro Pelosi - http://www.unisa.it/docenti/pietropelosi/pubblicazioni]
5.
^ Guido Guinizelli Essay - Critical
Essays
6.
^ Etimo.it - voce Giusperito: colui che è esperto nel
diritto e nelle leggi.
7.
Guido Guinizelli, pagina personale di uno studente dell'Università di Pisa.
8.
^ G. R. Ceriello, I rimatori del Dolce stil
novo. Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino
Frescobaldi, Cino da Pistoia, Biblioteca Universale Rizzoli, 2003. - Introduzione di Luigi
di Benedetto.
Bibliografia
· Pietro Pelosi, Guido
Guinizelli: stilnovo inquieto, Liguori, Napoli, 2000 ISBN 88-207-3026-X
· G. R. Ceriello, I rimatori del Dolce stil novo. Guido Guinizelli, Guido
Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi, Cino da Pistoia, Biblioteca Universale Rizzoli, 2003.
· Paolo Borsa, La
nuova poesia di Guido Guinizelli, Cadmo, Fiesole, 2007 ISBN 88-7923-363-7
· Franco Quartieri,
"Il debito di Dante col Guinizzelli" in "Analisi e paradossi su
'Commedia' e dintorni", Longo editore, Ravenna 2006, pp. 141, cap.
IV. ISBN 88-8063-501-8
· Giorgio Inglese, Guido Guinizzelli, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. URL consultato il 18 dicembre 2015.
Voci correlate
· Bologna
Altri progetti
· Wikisource contiene una pagina dedicata a Guido Guinizelli
· Wikiquote contiene citazioni
di o su Guido
Guinizelli
Collegamenti esterni
· Rime di Guinizelli: indice alfabetico
delle canzoni e dei sonetti.
· Guido Guinizelli, a cura di Girodivite.it.
· Biografia e opere[collegamento interrotto], a cura di Italica.
· (EN) Guido Guinizelli
Criticism and Essays., su enotes.com.
· Paolo Borsa La tenzone tra Guido Guinizelli e frate Guittone d'Arezzo (PDF), su air.unimi.it.
· Paolo Borsa La nuova poesia di Guido Guinizelli (Fiesole, Cadmo, 2007) (PDF), su air.unimi.it.
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